Piacere, sono la Diversità, vi chiamo perché mi piacerebbe
prendere un appuntamento a date decise e concordate con un paio di persone che
sono importanti per me...come dice scusi?...vuole il numero esatto...ma io non
lo so di preciso, potrebbe cambiare da un momento all’altro nel giro di pochi
secondi mentre sono al telefono qui con lei...no, non sono matta, in un certo
senso posso anche diventarlo però, ora come ora, sono serissima...insiste
ancora con questo numero preciso, allora lei è proprio fissato, suvvia non ho
molto tempo devo visitare una persona tra meno di tre minuti...no, non sono
nemmeno un medico ma posso essere una potente medicina se dosata bene, posso
cambiare il corso di una vita, ovviamente in meglio, non mi sento spesso in
vena di fare disastri anche se può succedere come succedono tutte le cose.
Se proprio lo vuole sapere, con così tanta urgenza e un filo
di seccatura nella voce, gli darò questo benedetto numero preciso: devo un
appuntamento a circa sette virgola quattro miliardi di persone, uno più o uno
meno non cambia molto anche perché,quando avrò finito qui con lei qui, mi
aggiornerò sulle novità e vedrò nuovi occhietti dolci aprirsi ed altri vecchi e
stanchi spegnersi.
E’ il mio lavoro, ci sono abituata.
No, non sono un’assassina.Mi scusi, ma le sembra che le
chiederei un semplice colloquio per incontrare queste persone se fossi una
spietata killer?
Non è una risposta molto sensata la sua.
Non si metta a giudicare quello che sono perché non mi
piacciono i giudizi negativi.
Voi uomini siete sempre a puntare il dito contro tutti senza
accorgervi che io e le mie fidate compagne di lavoro bussiamo e arriviamo da
ognuno e solo noi sappiamo cosa vi può toccare.
Non si preoccupi che ne ho viste a centinaia di persone come
lei, vi credete originali e autonomi e diligenti e attenti ai problemi altrui ma
con voi la mia soglia di pericolo sale al venti per cento circa, capisce, è
piuttosto basso.
Siete un po’ troppo omologati però vengo lo stesso a
trovarvi.
Forse a volte sono troppo buona perfino con voi.
Comunque le dicevo che vorrei avere i miei incontri al più
presto o temo di non riuscire a farcela per molti, alcuni non hanno più molto
tempo.
Che lavoro faccio io? Gliel’ho già spiegato signore, visito
le persone, le ascolto e le consiglio e loro poi prendono la loro decisione a
quel punto le prende sotto protezione il mio fedele capo, la Vita, che
insegnerà loro a comportarsi bene nel mondo finché potranno rimanervi, sul loro
cammino incontreranno Amicizia, Fatica, Amore, Dolore,Tenerezza, Famiglia e
molti altri tra i miei colleghi più giovani, le ho citato solo i più importanti.
Arriverà poi un giorno in cui il mio braccio sinistro
indosserà di nuovo il suo completo nero stirato e profumato e andrà a chiudere
loro gli occhi per portarli in un posto migliore.
A volte può essere davvero dura ma è il naturale corso della
vita.
No, non sono propriamente umana, non sono una persona vera e
propria, non ho un solo corpo...cosa?Ma che aliena!Temo che sia lei quello
strano qui.
Comunque sono perfettamente in regola, ho tutti i permessi
firmati dall’alto...lo so che le persone sono troppe, me lo ha già ripetuto
almeno il doppio delle volte necessarie in questa nostra conversazione, ma non
le ho detto mica che le voglio tutte in una sola volta.
Ognuno ha il suo momento.
Non sarebbe giusto per loro e non lo sarebbe per me, ho
diritto alle mie pause e voi avete diritto al tempo che vi serve ed è diverso
da persona a persona.
Voglio fare le cose per bene.
In quanto tempo più o meno?Beh,diciamo che non ho fretta ,
gliel’ho detto, sono appena stata assunta, il mio nuovo lavoro inizia oggi con
la prima persona...no, non sono tenuta a dirle il nome del prescelto ma colui o
colei a cui mi mostrerò mi riconoscerà da solo.
Psicologa?Non lo sono ma mi piace la parola.Ascolto e di
solito osservo in silenzio quindi direi che è anche appropriata.
Sintomi?
Non ce ne sono, cosa crede che io sia una malattia?Forse un
virus letale?
Non voglio uccidere nessuno come le ho già fatto capire.
E poi scusi, mi vuole dire che l’arte di un pittore sia una
malattia, che la sua immaginazione e creatività diversa da un altro sia
spaventosa?
No.Lo so che non lo pensa questo.La conosco meglio di quanto
lei conosce me.
So che il suo accento è diverso da quello dell’impiegato di
fianco a lei che urla attraverso il microfono ma che a suo volta è più alto di
lei e del suo capo di dieci centimetri e che ha una folta barba rossa che
nessuno dei suoi colleghi ha.
Ho tanti occhi io.
Diciamo il doppio di quelli che siete voi su questa terra,
salvo rare eccezioni in cui ce ne sono di meno o di più, e vedo con ognuno di
questi colori diversi, paesaggi diversi, mondi vicini ma completamente lontani
gli uni dagli altri.
Ho anche tante orecchie, un dono della mia amica Vita, con
quelle sento le musiche più assurde e ritmate, le opere liriche, i suoni
continui delle città che dormono e vivono sotto la luce degli occhi di voi
uomini.Sento anche il silenzio dei vostri corpi quando mi trasmette più di
tante parole.
Come dice?Vuole sapere dell’altro?
Beh, possiedo mani e piedi in grande quantità: a seconda di
quello che siete possono essere ruvide, lisce, sporche, sudate, curate e i
piedi possono contare dieci passi, mille passi, miliardi di passi o anche
nessuno.Possono essere più grandi, più piccoli, affusolati, maschili o
femminili, feriti.
Se ho competenze linguistiche?
So così tante lingue diverse che quasi mi stupisco da sola,
sono un’eccellente poliglotta e conosco le tradizioni più antiche di ogni
popolo.
Anche in questo momento posso recitare una poesia o un atto
di teatro mentre ballo e intanto parlare su questa linea con lei in questa
lingua.
Sono piuttosto versatile.
Una cosa che dovrebbe sapere è che ovviamente mangio e che
sono una buona forchetta: a centinaia di chilometri dal nostro telefono sto
assaggiando agnello e cous cous, ad ovest paella e hamburger, ad est zuppe
calde e patate, ad oriente riso e spezie, a nord polenta e pesce.Molto spesso
mi fermo e mi guardo attorno e vorrei che tutti i miei sette virgola quattro
miliardi di figli potessero mangiare, senza nessuna eccezione.
Sono ovunque e da nessuna parte in particolare come le mie
amiche.
Se mi piace viaggiare?
Adoro essere in viaggio, mi fa crescere e maturare e mi
arricchisco.
Se ho avuto rapporti profondi o sono sensibile emotivamente?
Vedo davanti a me moltissimi cuori pulsanti così diversi tra
di loro e cervelli in funzione che elaborano misteriosi progetti geniali quindi
mi verrebbe da risponderle di sì.
Quel piccolo pugno di carne e sangue dà vita a tutto il
vostro essere ed è così bello il suono ritmato e costante che emette, lo
ascolterei per ore, il perfetto sottofondo alla mia vita faticosa.
Alcuni di quelli battono più forte, pulsano vita vissuta e
da vivere, altri, più stanchi rallentano e pian piano si fermano.
Tum.Tum.Tu-tum.
Questa potrebbe essere la mia musica preferita.Mi ispira
felicità e mi fa sorridere.
No, non sono un solo colore.Potrei dire cche sono l’insieme
dei colori stessi o la loro assenza ma mi viene più facile dire che mi potete
vedere in qualsiasi sfumatura diversa che vedete in cielo o nel tratto sottile
di una matita da colorare.
Si io sono lì, esco dalle matite, dalle vostre mani, da vostro
cuore, dalla vostra mente, dalle parole, da qualsiasi segno che lasciate in
giro.
Se posso sentire le emozioni?
Che domanda mi fa signore, certo che sì, le posso toccare
con mano di fata e trasformale in un punto di forza.
Conosco la determinazione degli atleti, la timidezza dei
riservati, la solitudine dei depressi, la vivacità delle compagnie, l’amaro e
la frustrazione delle vittime e l’arroganza dei prepotenti.
Le provo ogni giorno sulla pelle di molti.
Ma se resistono io, che faccio parte dello scheletro,
li sorreggo.
Come?Mi chiede se ho paura?
Beh, le ho detto che non sono umana e io come Diversità non
ho paura, chi mi segue spesso ne ha molta nascosta tra le pieghe della pelle e
nei vestiti ed è difficile da cancellare...no, non ho poteri magici, non sono
una maga, non posso decidere io...io cerco solo di far assimilare la paura per
nascere da quella e camminare a testa alta da soli.
Non posso far dimenticare il dolore o la sofferenza.
Non cancello la memoria, la sfrutto.
Le ho già detto di non giudicarmi perché poi non le saprei
dare una vera risposta...lo so, ma è lei che mi sta facendo tutte queste
domande signore e il mio tempo ormai si è esaurito, devo scappare al più
presto.
Vuole un mio consiglio?Siete in pochi ad ascoltarli
veramente...si si, la accontenterò così potrà ritornare alla sua scrivania.
Ricordi sempre che ciò che ci rende diversi gli uni dagli
altri siamo noi e la differenza sarà sempre una forza creativa per ogni
cambiamento.
Ha ancora una domanda, la vedo con uno sguardo
pensieroso.Chieda pure...se sono mai stata innamorata?
Ovviamente sì, di persone diverse e caratteri diversi e
tutte le volte sono stata abbracciata dalla Vita e ho dormito tra le sue
braccia.
Se ho mai fatto l’amore?
La mia risposta è la sua risposta.
Io sono il respiro affannato e misto di sensazioni, sono i
brividi per la schiena, le carezze, i baci soffici e i segni marcati sul corpo.Sono
la coperta che fa da invisibile barriera per il vostro angolo di intimità, uno
spazio diverso da coppia a coppia.
Io e Amore non siamo molto diversi.Vi osserviamo sempre e
ascoltiamo il frutto del nostro duro lavoro.
Mi ha domandato e io ho risposto e a quanto pare sembra
anche soddisfatto di ciò che ha ottenuto.
Lo so signore che si sta chiedendo perché ora mi sente
sempre più lontana e distante, la mia voce le arriva come qualcosa di irreale e
tra pochi istanti, quando si ricorderà di questa strana chiamata e io me ne
sarò già andata, si renderà conto che io sono stata un’abile ascoltatrice e che
è stato lei a parlare con la mia voce.
Ora che non sono niente di più che un flebile fischio nelle
orecchie apra gli occhi signore e cammini per la sua strada con quel poco che
le ho insegnato.
Lei è parte di me ed io sono parte di lei e lo sarò sempre.
Arrivederci.
Ogni uno- Eugenio Bennato