Caro Cervello,
ti scrivo questa lettera perchè a volte ho l’impressione che
la linea tra noi due cada temporaneamente, hai presente quando sollevi la
cornetta e inizi a parlare e ad un certo momento l’unico suono che riesci a
distinguere è un ripetuto e monotono tuu tuu tuu? Ecco quello è il mio segnale
che non sembra essere compatibile al tuo.
Ogni tanto mi scuso per averti messo un po’ da parte, in un
angolo, tra la polvere dei cassetti di quell’enorme dispensa chiamata testa,
piena di barattoli di idee, inutili promemoria e pile di libri su precedenti
vite cominciati e mai finiti.Lo so, lo ammetto, il mio disordine spesso ti ha
fatto perdere qualcosa, o sarebbe meglio dire ci ha fatto perdere qualcosa
perchè in fondo tu sei un po’ invisibile per gli altri, sono io che ti
rappresento e tu fai lo stesso con me all’”assemblea dei cervelli”.Siamo
complementari.
Per me ovviamente sei visibilissimo, mi scuso se ti ho
offeso in qualche modo, ma lo sai, non era mia intenzione darti contro, ad
essere sincera sei veramente un bel cervello, oserei dire il migliore che abbia
mai avuto...già sei anche l’unico ma è un dato superfluo questo, non prenderla
sul personale.Io amo scherzare.
Quando poi non ti ho ascoltato l’ho fatto a fin di bene, ci
sarà sicuramente stato un motivo valido per fare di testa mia...che poi è un
controsenso perché sei tu la mia testa e vorrebbe dire fare come vuoi tu e io
non faccio sempre quello che vuoi tu, ma lasciamo perdere.
Siamo davvero così complicati?La risposta è: non hai idea di
quanto lo siamo.
Tu sei diverso da me e io da te, te sei viscido io non
dovrei esserlo se sono in salute, tu sei grigio e attorcigliato io se ho quel
colore e quella forma sono a casa sotto uno strato di un metro e mezzo di
coperte e mi dicono che non ho una bella cera.Lo vedi, se tu sei a posto in
quel modo io lo sono in un altro e a volte i nostri due mondi non vanno tanto
d’accordo.
Sono consapevole del fatto che tu sia la mia lanternina che
rimane accesa anche quando dormo, la mia torcia, e ti nutri di bei pensieri,
sogni, immense chiacchierate e interminabili paginate di calcoli che neanche tu
riesci a risolvere, però io non riuscirei a farlo il tuo mestiere: avrei troppa
paura di sbagliare qualcosa, mandare un impulso sbagliato, dimenticarne uno
vitale o rallentarne un altro e poi io voglio le vacanze e tu non è il caso che
te le prendi, sarebbe un disastro.
Ma tu tieni tutto a memoria o nasci già imparato e sai fare
tutto nel migliore dei modi?
Spiegami il tuo trucco perché credo di averne immensamente
bisogno.Davvero te lo chiedo da amica, da ragazza a cervello, penso si possa
fare no? In fondo tu sai tutto di me: mi guardi da quando avevo un nano secondo
e non mi lascerai fino alla fine.
Scommetto che in cantina tieni ancora quell’immensa libreria
piena solamente di album fotografici che rispolvererai quando sarà il momento
ed immancabilmente mi faranno cadere vittima del riso dei miei amici o di mio
marito, dei miei figli, dei nipoti.Lo zimbello di tutti e sarà solo colpa tua e
di quelle foto imbarazzanti.
Le ricordi anche quelle? La prima volta a casa, il
primo dente, il bagnetto, il primo passo, la prima volta che mi sono ferita
veramente, la prima di una lunga serie di figuracce, foto a tradimento, e
quella in riva al mare dove si vede quanto sono cresciuta e cambiata nel tempo.
Lo so che li tieni tutti sotto chiave, non potresti
rischiare di perderli, saresti morto perché dopotutto vivi anche di ricordi e
io i ricordi per ora li ricordo ma se tu non li ricordi più può darsi che li
scordo pure io e sappiamo entrambi di non volerlo.
Siamo forti io e te, a nostro modo, abbiamo immaginazione,
creatività e quant’altro.
Sai, a volte mi è capitato di immaginare un mondo fatto di
persone senza cervello e credimi, non è stato un bello spettacolo, niente aveva
più senso perché non lo trovavo un vero senso dietro alle cose, erano tutte
bidimensionali e vuote, schizzi a matita su una tela già macchiata più volte
di colore.Le scritte erano incise sopra altre scritte a loro volta incise su
altre scritte riverniciate di cinquanta sfumature di colore.
Non c’erano buoni propositi o leggi o qualsiasi altra
soluzione che potesse cambiare la situazione in cui vivevano quelle persone,
poi mi hai svegliata e in un cero senso hai cercato di mettere al salvo la tua
salute calmando il bollore dei miei sogni e sostituendoli con un velo di sonno
leggero.
Quante volte mi hai salvato la vita in questo modo? Troppe a
dir la verità, ne sono consapevole ma a volte mi perdo tra le tue pieghe e vado
in esplorazione e attraverso portali che non esistono, supero i limiti della
fisica, rompo gli schemi della normalità, mi faccio un bagno lunghissimo e
gelido nelle correnti inquiete dell’aria che respiro.
Lo so, suona troppo astratto vero? Sei troppo difficile da
decifrare persino ai tuoi occhi.
Ti chiedo scusa per non aver seguito ogni tuo piccolo
consiglio, per non aver letto tutti i libri che mi avevi consigliato e che
puntualmente lasci cadere sul pavimento creandomi un mal di testa atroce, scusa
se passo troppo tempo davanti al computer e se ti sfrutto per ore e ore per
tirare fuori queste parole senza chiederti i diritti d’autore.
Davvero, mi dai delle idee assurde, talmente pazze che a
volte me le sussurri solo nel sonno e io al mattino non sono più in grado di
ricordarmele.Sei un fedele amico e un ottimo braccio destro e sinistro.
Che coppia che siamo io e te, vero? Mi è capitato di pensare
e chiedermi se voi Cervelli vi scegliete un corpo e prendete il pacchetto
completo o ve lo affidano e dovete accontentarvi.Mi sai dare una risposta
valida?La prossima volta scrivila qui di fianco e fammelo sapere.
Se vi scegliete le persone immagino che le studiate un po’
prima che nascano o magari siete veggenti e sapete anche questo senza nessun
problema, chi lo sa, io no sinceramente.
Mi piacerebbe incontrarne altri di Cervelli, magari ne
troverei uno più grande e ricco, scherzo, non offenderti per questa mia
buffonata, tu sei l’unico.
Non avrò abbastanza parole da dedicarti ma, visto che questa
lettera è tutto frutto del tuo lavoro, direi che come elogio al tuo merito è
più che sufficiente.
Menomale che eri un modesto.
Scusa Cervellino, la prossima vita mi farò perdonare!