Quanto ci piace fantasticare sul futuro e immaginare che il mondo soprannaturale non sia poi così distante dalla nostra realtà di tutti i giorni?
A me personalmente tantissimo, e credo che un paio di superpoteri farebbero al caso mio per risolvere gli inghippi della vita.
Ma per essere un bravo super non bastano l’invisibilità, la telepatia o il teletrasporto. Serve imparare a vivere e usare la propria unicità come un’arma a servizio di noi stessi e degli altri.
In questa storia non parliamo di futuro, ma di presente, il nostro tempo e il nostro decennio.
Dion (Ja'Siah Young) ha sette anni, quasi otto, è vispo, curioso, appassionato di eroi e videogiochi, ama i lego e la scienza che è ciò che lo lega a suo padre Mark (Michael B. Jordan), di cui è rimasto orfano che di mestiere faceva il ricercatore per conto della Biona, un ente di ricerca che si occupa di fenomeni atmosferici.
Nicole (Alisha Wainwright), la madre, è una donna premurosa e attenta, che si divide tra casa e lavoro cercando di occuparsi al meglio del figlio appoggiandosi anche alla spalla di Pat (Jason Ritter) che ha assunto per il bimbo il ruolo di padre e mentore ed era un collega e amico di Mark.
Ma come fare se misteriosamente a colazione i cereali non li versi più tu ma sono loro stessi a versarsi nella tazza? Oppure se mentre sei arrabbiato cominci a far tremare la lampada? E soprattutto, se non ci si riesce a fermare in tempo?
Sono notizie piuttosto sconvolgenti per una qualsiasi persona, figuriamoci per un bambino di quell’età, che, come è giusto che sia, ovviamente, coglie la cosa come la più fica delle situazioni e la inizia ad usare a suo piacimento. E allora però, come si imparano a dosare i poteri? Esiste una scuola o basta solo ricercare in se stessi?
È una domanda complessa alla quale non riusciamo e non vogliamo dare risposta per tutti gli episodi, ci avviciniamo alla soluzione ma è come se volessimo conservare un po’ di quel briciolo di fantasia che associa la padronanza della magia e degli attributi extra a qualcosa di più di semplice esercizio, a qualcosa che si ha dentro. D'altro canto la magia non è campata in aria ma circondata da un alone di mistero che ci porta a credere che possa realmente essere possibile in un futuro prossimo dotarsi di capacità fuori dal comune.
Come per chiunque però, non tutto è rose e fiori, e la vita di Dion è minacciata da un preside razzista che non lo vede di buon occhio, da un gruppetto di ragazzini che non fanno altro che escluderlo dal loro gruppo e da uno strano nemico, presente e burrascoso, che terrorizza come lui altre persone e che, senza farsi sentire, spia di nascosto ogni piccolo movimento per trovare il giusto momento e attaccare.
Dion è un bambino, certamente, ma è anche l’incarnazione dello spirito di ogni supereroe che si rispetti: premuroso, a volte irruento ma dall’animo gentile e altruista, che nonostante tutto si comporta come dovrebbe comportarsi un qualsiasi bimbo di sette anni, e che, tra qualche capriccio e disubbidienza, capisce che ad ogni azione corrisponde un effetto anche se non immediato.
Non sono solo i personaggi fisici i protagonisti di questa serie Netflix, creata da Carol Barbee e Dennis A. Liu prodotta nel 2019 basata sull’omonimo fumetto di Liu del 2015;
diventano protagonisti anche le emozioni: la paura che fa perdere la calma e tremolare la luce, la felicità di un abbraccio e la gratitudine del perdono per le incomprensioni, la solitudine del sentirsi diversi racchiuso nel personaggio splendido e dolcissimo di Esperanza (Sammy Haney), una bimba in sedia a rotelle, sempre sorridente e genuina, che osserva “invisibile” il mondo intorno a lei e che difende in tutto e per tutto il suo “migliore amico” Dion insegnandogli il vero significato di amicizia.
Ma anche il dubbio e la confusione di non sapere cosa si è davvero e cosa si potrebbe realmente fare hanno largo spazio lungo la narrazione, perché in fondo cosa è bene e cosa è male non siamo sempre in grado di deciderlo come se fosse un test a crocette, e scegliere da che parte stare si accompagna a non pochi sacrifici e sofferenze. Dion è umano in tutte le sue sfumature e rende davvero difficile non affezionarsi al suo personaggio.
Fusione perfetta tra fantascienza e thriller, nasconde nella sua semplicità messaggi importanti e delicati trattandoli normalmente, nulla di eclatante, ma con semplicità. Scorrevole e travolgente, finita nel giro di un paio di giorni. Mantiene incollati allo schermo creando suspense e voglia di continuare sempre di più andando oltre la banale convinzione che un supereroe debba combattere ad ogni costo per risultare convincente.
L’energia si crea ma non si distrugge, e una volta sconfitta, cambia solo forma ma non se ne andrà mai davvero.