mercoledì 16 dicembre 2015

Caro amico ti scrivo...

Proviamo ad immaginare improvvisamente un universo parallelo dove non esista nessuna forma di nuova tecnologia: non i social media, non i social network, niente rete e niente internet...Ci viene difficile vero?
Non ci siamo abituati perché
si può dire che ci siamo nati dentro e non abbiamo mai vissuto senza.
Proviamo adesso a chiudere di nuovo gli occhi e cambiamo la scena: facciamo in modo che sì, questi esistano, ma che la stragrande maggioranza dei ragazzi non vi ci possa accedere per le decisioni prese dall’alto.
Da una parte sarebbe la svolta decisiva per dare una svegliata a questa nostra generazione digitale: finalmente la lingua mummificata di molti riprenderebbe lentamente il suo ruolo al di fuori dell’ambito delle interrogazioni scolastiche, si uscirebbe di più insieme ad altri esseri viventi in carne ed ossa e forse saremmo anche meno preoccupati di andare a vedere l’ultimo post del cantante famoso o quanti likes ha la nostra foto profilo.
La vita forse migliorerebbe ma non di molto.Non è dopotutto un aspetto così importante il social, almeno non per me che comunque uso Facebook e Instagram.
Internet è utile, velocizza tutte le nostre ricerche ed in un’ora, magari con una mail ci siamo prenotati le vacanze.
Lo so che non si è mai parlato di togliere internet a tutti, ma sono convinta che ci sia un po’ di malcontento da parte di molte persone che hanno visto sostituire le chiamate con i messaggi WhatsApp e hanno vissuto meglio di me la rivoluzione digitale.
Credo che ci sia una visione molto distorta del social network in sé che ormai viene appellato come il demonio della società che ci fa uscire pazzi e convertire ad una vita perennemente incollata ad un computer.
C’è chi fa delle vignette satiriche immaginando i ragazzi di oggi come cloni tutti uguali usciti da un computer e chi invece pensa già alla cerimonia nuziale con il proprio pc.
Non c’è niente di più sbagliato: il social se usato in modo opportuno è molto utile, puoi pubblicizzare eventi anche di spessore, velocizza i contatti e ti permette di seguire il gossip dei tuoi “amici” perché ammettiamolo piace un po’ a tutti curiosare e magari commentare con fare un po’ cattivello su una foto stupida di una nostra vera amica, quando il social degenera si arriva ad un altro punto.
La colpa in questo caso non è di Facebook, Internet o quant’altro, la colpa è nostra e parlo di nostro nel senso generale della parola che comprende cioè tutta la fascia di persone che utilizza la rete non solo i giovani.
Si sente parlare quasi sempre esclusivamente di ragazzini e giovanissimi schiavi di videogiochi e internet: la nostra generazione ormai viene appellata così, noi siamo la generazione 2.0, la generazione cellulare, la generazione social, i piccoli schiavi di internet e quanti altri se c’è da parlare di giovani viene sempre evidenziato per prima cosa l’attaccamento quasi ossessivo al cellulare.
E’ vero, molti sono ossessionati dal web ma molti altri non se ne interessano per nulla e comunque il mondo digitale non è da bocciare in toto.E’ come qualsiasi cosa un po’ va bene, dopo un certo limite è dannosa.
Tuttavia, non si parla quasi mai delle migliaia di adulti che invece abusano di internet: molto spesso dietro a certi profili che bullizzano o cercano di addescare “vittime” sui social non ci sono sedicenni iracondi o in preda agli ormoni ma adulti maturi ben lontani dall’essere dei ragazzini.
Perché del mondo degli adulti non si fanno mai le somme di quelli che trascorrono ore e ore su Facebook o altre piattaforme?
Si sorvola sempre perché alla gente non importa granché.
Spesso alla base di questa prevenzione assoluta verso l’universo social c’è una paura radicata di genitori che non sono abbastanza istruiti sull’argomento o non sono in grado di fornire adeguate informazioni sui rischi che i propri figli possono correre postando determinate foto o messaggiando con certi soggetti.
Dovrebbe essere compito dei genitori aprire le strade del web ai propri figli in un modo corretto: non li si aiuta lasciando la più completa libertà, a dodici anni, di visualizzare qualsiasi contenuto on line, così li si porta sulla strada sbagliata.
Si deve insegnare che il social esiste, il web esiste ed è un mondo che può attirare e intimorire dal quale bisogna saper distaccare la vita reale fatta di avvenimenti reali, persone reali, immagini reali ed emozioni reali.
Non serve a niente censurare l’iscrizione ad Instagram, Facebook o gli altri portali, in questo modo non argini il danno ma lo diffondi ancora di più perché, quelli che non avranno l’età minima richiesta non faranno altro che mentire sui propri dati accedendo senza problemi al loro profilo e non si riuscirà a controllare la veridicità dell’età.




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