"Chi
ha paura del lupo cattivo?Nessuno"
Così
recitava il mantra che da bambini abbiamo urlato centomila volte
prima di correre come impavidi eroi verso il nostro obiettivo.
Ma
questa frase vale solo per il gioco, infatti, nella nostra vita di
tutti i giorni continuiamo silenziosamente a ripetercela come per
auto convincerci che ci sia sempre qualcuno contro cui dobbiamo
schierarci per difenderci e di cui non dobbiamo spaventarci. Perché
la paura, spesso, ci rende più vivi senza rendercene consapevoli.
Ma
perché ci fa così paura il lupo?
Perché
ci può mangiare? Perché ha i denti più affilati di noi e corre più
veloce? Perché tutti ci hanno detto che ci farà in ogni caso del
male? Solo perché è il lupo?
Forse
ci fa paura per abitudine, non ci soffermiamo a conoscere se oltre
l'aspetto minaccioso possa esserci qualcosa di più. Magari è pure
vegetariano e non cerca in tutti i modi di sbranare ogni pecora
incontri lungo la strada. Ci sentiamo tutti un po' pecorelle
smarrite.
Tutti,
anche i lupi. Siamo umani d'altro canto.
Ma
il lupo allora chi è davvero?
Forse
qualcuno che sentiamo diverso da noi, all'apparenza o nell'ideologia,
qualcuno che magari non rispecchia la nostra idea di decoro, qualcuno
che pensiamo possa rappresentare un “nemico” in grado in qualche
modo di mettere in discussione noi e i nostri pensieri. A volte siamo
noi i nostri stessi lupi, non altri.
Il
lupo è il cattivo e non ci piace.
Ma
se ci trovassimo soli, in una notte di temporale, noi, lupi e pecore,
senza poterci vedere, al riparo dentro la stessa grotta, ascoltandoci
e basta e rassicurandoci a vicenda per sentirci meno soli sotto la
pioggia, rimarremmo sempre convinti di questo?
Probabilmente
no, forse sarebbe persino più semplice confrontarsi, e , perché no,
potremmo anche fare amicizia, magari un'amicizia che dura solo per
quella notte, ma sarebbe possibile. Potremmo fantasticare un nuovo
appuntamento, alla luce del sole, faccia a faccia, senza sapere che,
in altre circostanze, non avremmo preso la stessa decisione.
Un
appuntamento al buio dove è il buio stesso a diventare il mezzo di
comunicazione per scoprirsi e conoscersi. (In una notte di temporale di Yuichi Kimura)
E
allora cosa diventerebbe il lupo? Più simile a me pecora? O io
assomiglierei a lui?
Forse
non siamo mai stati così diversi, in fondo tutti possiamo essere i
lupi di qualcun altro, e per riuscire a capirsi a vicenda, bisogna
solo ricordarselo.
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