lunedì 16 settembre 2019

La nostalgia delle cose belle: Festival della Comunicazione di Camogli 2019

La nostalgia delle cose belle assale sempre quando meno ce lo aspettiamo: magari siamo stesi a letto a farci gli affari nostri in santa pace ed eccola lì che spunta, quella puntina sempre più insistente che sposta il pensiero direttamente all'esperienza appena passata. E allora non c'é un'ora corretta per fermarsi a ricordare cosa si é vissuto, c'è chi la prova subito dopo, chi a distanza di settimane, e chi, come me, dopo un giorno e mezzo, quando si è tornati alla routine quotidiana e si sente che manca la sveglia la mattina presto, manca intravedere il mare e lavorarvi a pochi passi, mancano persino le persone incontrate in questo breve periodo. C'é il momento di sentirsi così e basta! Arriva quando arriva.
E nonostante il viaggio da pendolari dopo tre giorni si sia fatto sentire, regalandomi una notte di sonno come non ne vedevo da tempo, porto a casa un bagaglio di esperienza bello grosso che temo non entrerà totalmente in macchina, ma a questo punto, anche in previsione del futuro, bisognerà solo comprare un'auto più grossa. (Ironia portami via).

Camogli é stata una novità: primo anno da volontaria, ma non da fruitrice. Incontri interessanti, relatori vecchi e nuovi che si sono dati il cambio sui vari palchi arrovellandosi il cervello, già in ebolizione a causa delle alte temperature, per dare una loro particolare idea di civiltà. Perché civiltà era proprio il tema di questa sesta edizione del festival.

E allora cos'é civiltà?
É tecnologia, inclusione, sostenibilità, dialogo, confronto, evoluzione e anche conservazione, perché i prodotti che funzionano non devono scadere ma essere preservati per diventare modelli di ispirazione.
Tra i miei interventi preferiti cito sicuramente Federico Rampini, Alessandro Barbero, Gianvito Martino, Serena Porcari, Roberto Olivi e Claudio Arrigoni. Ma questi sono solo alcuni che ho avuto la fortuna di poter ascoltare. Perché il festival é un'occasione di stimolo e incontro, soprattutto per chi come me vorrebbe comunicare un giorno, é un'enorme palestra che spinge ad apprendere il piú possibile da ogni intervento e nel far nostri questi "appunti virtuali" che annotiamo, si richiede una piccola riflessione e interiorizzazione personale che attiva il giudizio critico. Tutto questo é indice di civiltá.

Ma civiltà é anche libri, diritti, cultura, laboratori, ricerca, musica. Divertimento.
E Camogli tutto questo lo ha saputo creare da sé, con una cornice perfetta e quattro stupende giornate di fine estate che il tempo ci ha voluto regalare.

Non resta che aspettare con ansia il prossimo anno. Socialitá sará il fulcro.
Ne vedremo delle belle!



Tenebra è la notte - Murubutu, Dia

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