sabato 11 maggio 2019

Quattro chiacchiere con i Santamaria: musica, progetti futuri e risate

I Santamaria sono una band punk di Genova composta da quattro ragazzi: Giuseppe, Gabriel, Ian e Danilo che ho avuto il piacere di incontrare e con cui ho scambiato quattro chiacchiere, tra musica, passioni e opinioni sull’ambiente underground genovese. 
Vi invitano al loro live, il 25 Maggio 2019, al lsoa Buridda, per il lancio del loro album d’esordio. 
  1. Com’è nata la band e perché vi chiamate Santamaria?
È nata l’anno scorso per caso, perché avevamo un altro gruppo a parte sempre noi tre (Ian, Gabriel e Giuseppe). Abbiamo detto facciamone uno serio, abbiamo lasciato le rispettive vecchie band e ci siamo messi insieme. Ho chiesto Giuse e ad Ian e mi hanno detto va bene, ho beccato Danilo in facoltà e gli ho chiesto se volesse fare il bassista in un gruppo e lui ha accettato. Inizialmente avevamo pensato di fare uno stile punk diverso rispetto a quello attuale, avevo mandato loro alcune tracce. Per quanto riguarda il nome, nessuno aveva idee, io ho detto Santamaria così a caso. Suonava bene e ci è piaciuto, Il bello è che l’ho semplicemente scritto sul gruppo whatsapp ed andava bene così. Piace a tutti, e quando nessuno ci conosceva, ci dicevano “però, bel nome!”

2) Tre parole per descrivere la vostra band?

A detta loro: sole, cuore e amore. E stupida tra parentesi.

3) Com’è stato registrare questo album? Avevate mai registrato prima? 

“Io avevo registrato un pezzo con una band, però tutta un’altra cosa” dice Giuseppe, il batterista. Come Santamaria abbiamo registrato 2 pezzi per conto nostro, giusto per provare, prima di prendere seriamente l’idea di incidere un album. “Poi tutto è nato da un live dell’altro gruppo dove suonavamo, c’era lui (Gabriel) tra il pubblico e gli ho detto di salire” attacca Ian, uno dei chitarristi. “era finito il concerto e abbiamo fatto quella che sarebbe diventata la nostra prima canzone, arrangiandoci un po’ ed è piaciuta. Piano piano abbiamo, continuando a suonare live, ci siamo fatti conoscere”. Da lì la Flamingo (etichetta indipendente che possiede anche uno store in piazza delle Vigne) ci ha notato e  ci ha proposto di produrci il cd.

4) Quanto è importante per una band underground come voi suonare live?

Suonare live è tutto perché ti fai conoscere, poi come viene viene, cerchiamo sempre di suonare al meglio ma a volte può succedere di non riuscirci. A Genova non puoi esibirti troppo spesso peoichè la gente ai concerti è sempre quella e si rischia che non ti vengano più a sentire.

5) Se dovete suonare in un locale, vi contattano loro o siete voi a proporvi?

Ora sì, ci contattano loro, però all’inizio era brutto, perché pensavamo che bastasse scrivere alla gente. Alla fine però non si faceva avanti nessuno. Il primo live che abbiamo fatto è stato ai Bagni Liggia, in una serata assurda: abbiamo aperto ai Labradors (erano la guest band insieme agli Endrigo), una band punk veramente brava che ha aperto il concerto anche ai Fidlar che sono famosissimi, già lì è salita l’autostima e l’emozione. La live in realtà è stata un po’ un flop, non la riusciamo più a vedere però da lì hanno cominciato a contattarci e noi continuavamo a farci conoscere anche tramite facebook

6) Eventi prossimi?

Suoniamo al Buridda il 25 maggio, all’Adescite spring fest. Release party del nostro album. E siamo molto contenti di parteciparvi perché è il simbolo dell’underground a Genova.

7) Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Ognuno ascolta musica diversa, tutti abbiamo una buona base musicale, gli album considerati monoliti li conosciamo, molto dipende da cosa stai ascoltando in quel momento. Ci dicono che suoniamo un po’ come Descendents, come NOFX e come gli Husker du. Però alla fine non è che il disco l’abbiamo fatto ispirandoci a loro, è nato proprio così.

8) Come descrivereste il punk ad una persona che non l’ ha mai sentito? Cos’è in generale e cos’è per voi?

Sentimentale, casino e unione. È una musica che unisce sia dalla parte più leggera, il punk-pop, sia dalla parte più “cattiva” con l’hardcore- punk. Quando sei lì in mezzo alla mischia, alla fine si è tutti amici.

9) Quanto è importante avere dei luoghi che promuovano giovani artisti come voi?

È importantissimo. Suoniamo spessissimo nei centri sociali. Non c’è discriminazione di alcun tipo, si è sempre nell’inclusione. Tutte le cose che fanno sono per il bene della comunità. E la musica è una di queste, unisce e fa bene. Alla fine, spesso, questa storia dei centri sociali che sono un posto da chiudere viene detta da chi non c’è mai stato.

10) Avete suonato allo Zapata che per molti a  Sampierdarena è il simbolo della “negatività” del quartiere tanto da volerlo chiudere. Viene visto come portatore di disordine in quanto centro sociale, cosa ne pensate?

Non è vero, certo, noi alcune idee politiche non le condividiamo. Ci sono i più moderati e i meno moderati. La musica è tra le attività principali dello Zapata e di tutti i centri sociali. Alla fine il centro sociale è diventato l’unico luogo che permette di esibirsi ad artisti emergenti. “Anche solo la Jam il giovedì sera che include tutto e tutti i tipi di genere. Da’ spazio alla musica e allo stare insieme” afferma Gabriel, cantante e chitarrista.

Se volessero chiudere i centri sociali, dove potrebbero andare band come noi a suonare?

Ascoltateli e seguiteli!
Turkey andate a vederla su youtube.

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