lunedì 6 maggio 2019

Danza la vita e impara ad ascoltarti

Danza e musica viaggiano lungo lo stesso binario: se qualcosa a parole non viene espresso bene lo si può completare con le note, se le note non bastano esistono i passi.

Il movimento incanala il sentimento. Lento o veloce, disordinato e confuso oppure perfettamente regolato e preciso. Attraverso il corpo moduliamo l'intensità degli sguardi e, molto spesso, il peso delle frasi che ascoltiamo in cuffia diventa il peso di braccia e gambe.

Mi piacerebbe, allo stesso modo in cui faccio scrivendo, riuscire ad esprimere me stessa attraverso la danza perché sinceramente mi sento incapace di farlo, mi blocco quando ne avrei la possibilità. Forse per vergogna, forse per paura di un giudizio,  forse semplice per mancanza di pratica.
Ma nessuno dovrebbe insegnarmi ad esprimere i sentimenti mentre faccio qualcosa, dovrebbe uscire da me e basta. Invece restano congelati al loro posto.

A livello teorico, in testa, penso spesso a come vorrei buttare fuori me stessa, ascoltando certe canzoni e guardando gli altri ballare. E' come se mi parlassero e io non riuscissi ad ascoltarle fino in fondo.

Ci sono coreografie e musiche cha hanno questo potere enorme, comunicano, ti entrano sotto la pelle. Emozionano proprio, perché creano un sottile legame, un filo rosso, che ti costringe a seguirli attentamente con lo sguardo perché ogni singolo dettaglio è un passo in più per capire e connetterti con chi è coinvolto direttamente..

L'arte commuove.
Le canzoni commuovono.
Coreografie commuovono.

Io, per esempio, in questo periodo sto adorando la danza contemporanea e moderna e l'hiphop meno duro, la parte più melodica e delicata nonostante sia molto diversa dallo stile che faccio. Mi piace chi riesce a raccontarmi una storia e a farmi dimenticare che si tratti di finzione.
Mi sembra che la combo musica/danza sia una valvola di sfogo perfetta. Trovo collegamenti con me stessa ovunque.

Un abbraccio. Una capriola. Una chitarra ruggente, un colpo di batteria improvviso, una melodia che mi si cuce addosso.

Halsey, cantante statunitense classe '94, è un esempio di come stare su un palco non significhi solo sgolarsi in vocalizzi da paura ma anche connettersi con il proprio pubblico. La sua voce mi arriva evocativa e sensuale, i suoi testi mi incuriosiscono, una canzone tira l'altra.

Jade Chynoweth, classe '98, è invece una delle mie ballerine preferite in assoluto. Espressiva, versatile, ipnotizzante, una di quelle che starei delle ore a guardare.

Musica e danza, grazie a loro, si sono fuse perfettamente in un passo a due dolce, intenso, contemporaneo, ideato da Janelle Ginestra e Willdabeast Adams.
Sulle note di "Without Me" hanno raccontato una relazione agli sgoccioli. Sono rimasta impressionata dalla potenza dei loro sguardi, la bravura di entrambe, dovuta anche alla loro natura di performer, è stata quella di non snaturarlo, ma anzi di renderlo ancora più umano e credibile. Cosa non facile se non sei abituato a condividere un pezzo con un altro, e questo vale sia in campo musicale che nella danza.
Per impersonare bene la propria parte, bisogna giocarsela un po' da attori.


Il dolore lo hanno reso espressivo
Il tocco lo hanno reso reale







Danza la vita e impara ad ascoltarti e ad ascoltare.

[ Per motivi di copyright non posso aggiungere al post il video, lo lascio a questo link Without me- Halsey ft Jade ]


Un'esplosione speciale.
E questo è il potere dell'arte e della danza.
Ballo per un bisogno di scoprirmi, conoscermi.

E come ha detto Kenzo Alvarez, ad uno stage a cui ho avuto il piacere di partecipare, "Attraverso la danza io posso esprimere ciò che la musica che sto ballando significa per me a voi, e voi dovete restituire a me il senso che ha per voi. Se non fosse così, sarebbe solamente eseguire."











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